Una popolazione di 17.439 abitanti per una superficie di 1.261 ettari. Cinque scuole, quattro centri di assistenza fiscale, cinque associazioni che operano nel territorio e tre chiese. È questa la fotografia di Brancaccio oggi. Questa e molto di più: perché, nel quartiere che fu di don Pino Puglisi, più di 21 anni dopo il suo omicidio, andando in giro per le strade a fare domande, tutti rispondono di non essere del posto. E nessuno vuole pronunciare quel nome, anzi quel cognome: Graviano. Secondo le ultime dichiarazioni del collaboratore di giustizia Antonino Zarcone, infatti, “a Brancaccio comandano ancora loro”. E loro sono proprio i fratelli Graviano, Filippo e Giuseppe, i boss delle stragi del ’92 e ’93, condannati come mandanti dell’omicidio di don Pino Puglisi. Sono passati 21 anni dal loro arresto, ma di loro la gente del quartiere non vuole ancora parlare. Eppure negli ultimi due mesi il Centro Padre Nostro, oggi presieduto da Maurizio Artale, è stato bersaglio di una escalation di intimidazioni mafiose. Ecco il suo racconto del quartiere oggi e le testimonianze del parroco della chiesa di San Gaetano, Maurizio Francoforte, delle volontarie che lavorano con lui, e del presidente della seconda circoscrizione, Antonio Tomaselli.
di Barbara Giangravè
zarcone | brancaccio | padre pino puglisi | Segnala |